Domenica sera Zoran Zaev ha rassegnato le proprie dimissioni come Primo Ministro e capo del partito socialdemocratico dopo la sconfitta incassata nelle elezioni per il nuovo sindaco della capitale Skopje.
Elezioni che hanno visto vittorioso il partito di opposizione VMRO DPMNE durante i ballottaggi del fine settimana scorso.
“Mi prendo la responsabilità dei risultati elettorali, offro le mie dimissioni come Primo Ministro e capo del partito Socialdemocratico,” ha detto Zaev alla conferenza stampa tenutasi in Skopje la notte scorsa.
Le sue dimissioni sono arrivate subito dopo la sconfitta subita dal partito di Zaev alla seconda tornata di elezioni, infatti il candidato a sindaco di Skopje schierato con i Socialdemocratici ha perso le elezioni nei confronti dell’avversario Daniela Arsovska, ai socialdemocratici è toccata la stessa sorte in altre municipalità della capitale.
Determinante è stata la sconfitta subita anche in importanti città come Bitola, Ohrid e Kumanovo.
“Sono fortemente convinto che insieme ai cittadini progressisti, abbiamo riportato libertà e democrazia nel nostro paese. E quando la libertà e la democrazia prendono il controllo, la regola è che ci sia responsabilità.
E assumendomi tale responsabilità voglio lasciare un segno in modo che i cittadini possano prendere nota e accrescere le loro capacità democratiche,” sono state queste le parole di Zaev.
Congratulandosi con i suoi oppositori, Zaev, però, rimane irremovibile sul fatto che il paese non dovrebbe andare verso elezioni anticipate ma che la maggioranza di cui lui godeva in parlamento debba proseguire senza di lui.
“Rimarrò nell’immediato futuro, finché sarà necessario, in modo che un nuovo governo sia organizzato con [il sostegno] della maggioranza progressista [in parlamento] che è lì, e potrebbe diventare più grande”, ha detto Zaev.
Legalmente, l’intero gabinetto di Zaev ha ormai rassegnato le dimissioni, ma continuerà a svolgere le sue attività finché il Capo dello Stato, Stevo Pendarovski, non da mandato ad un’altro candidato, che abbia il supporto di almeno 61 dei 120 seggi in parlamento.
Dopo la risicata vittoria alle elezioni del 2020, Zaev aveva dalla sua parte il supporto di soli 62 seggi.
L’europeista Zaev, divenne Primo Ministro a metà 2017, dopo una profonda e lunga crisi politica, che si concluse con la cacciata dell’ex capo del VMRO DPMNE e Primo Ministro Nikola Gruevski.
Durante il suo mandato, il paese ha stretto uno storico accordo con la vicina Grecia, sbloccando l’integrazione euro-atlantica in stallo del paese.
Nel 2020, sotto il suo timone, il paese è diventato membro della NATO, ma il veto della Bulgaria su una disputa storica bilaterale ha impedito al paese di avviare i colloqui di adesione all’UE nello stesso anno.
Tuttavia, è stato fortemente criticato da molti dei suoi ex sostenitori per non aver fatto abbastanza per riformare il paese dall’interno.
L’opposizione lo ha costantemente accusato di tradire gli interessi nazionali, di corruzione e, di recente, di aver gestito male la crisi sanitaria del coronavirus.